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Le Opzioni

Abbiamo precedetemene fatto una breve presentazione dei future, adesso dobbiamo necessariamente dire che cosa sono le opzioni.

In effetti siamo ancora in una fase introduttiva ed illustrativa e un po’ pallosa (anzi molto pallosa, anzi pallosissima …il bello verrà solo dopo )….
Ma queste sono nozioni e concetti chiave che con un pò di sforzo bisogna imparare e digerire bene bene se si vuole stare sul mercato ed operare in modo idoneo ed adeguato.
Le opzioni, possono essere utilizzate per prendere posizioni sull’indice di mercato o su titoli, beneficiando, quindi, di un eventuale movimento al rialzo o al ribasso, offrono la possibilità di prendere posizioni speculative intraday o multiday, di lungo e lunghissimo periodo, di coprire investimenti in essere o di costruire strategie in modo molto articolato e (si spera) profittevoli anche indipendente dalla evoluzione del mercato.
In sostanza con l’azione combinata (vedremo dopo) di sottostante, future ed opzioni, invece di giocare a dadi con il mercato si gioca a scacchi (volendo) con margini di rischio e di gain massimi noti a priori, certamente ci si può anche giocare tipo roulette russa, ma leggendo nei 3D dedicati ancora i nick dei vecchi praticoni saggi ed i vecchi discorsi vedo con piacere che ci stanno ancora tutti quelli che sono giocatori di scacchi, mentre ahimè ho l’impressione che una buona parte dei vari se non tutti i giocatori di roulette hanno bekkato il colpo finale …

Le Opzioni (caparre per dirlo alla campagnola …) sono uno strumento finanziario che conferiscono all’acquirente, dietro pagamento di un premio, la facoltà, ma non l’obbligo, di acquistare o vendere un valore mobiliare (indici, azioni, titoli di stato) o un altro bene (grano, soia, caffè ecc) ad un prezzo prestabilito (prezzo di esercizio o strike price), ad una certa data (scadenza).

Distinguiamo

  • CALL OPTION – Il compratore ha il diritto di acquistare l’attività finanziaria oggetto del contratto al prezzo di esercizio prestabilito al momento della transazione.
  • PUT OPTION – Il compratore ha il diritto di vendere l’attività finanziaria oggetto del contratto al prezzo di esercizio prestabilito al momento della transazione.

Prima caratteristica : Scadenza
Le opzioni sono caratterizzate da una scadenza, alla quale o entro la quale il compratore può esercitare il corrispondente diritto.
A seconda che il diritto di opzione possa essere esercitato solo al raggiungimento della scadenza o anche anticipatamente, si distinguono due tipologie di opzioni:

1. Opzioni di stile Europeo, dove l’acquirente può esercitare l’opzione solo alla scadenza del contratto (è il caso delle opzioni sull’indice FTSE MIB quotate sull’IDEM).
2. Opzioni di stile americano, in cui il diritto di esercitare l’opzione, ossia acquistare il sottostante nel caso di opzione call e di venderlo nel caso di opzioni put, può essere esercitato in ogni momento, anche prima della scadenza (è il caso delle opzioni su azioni quotate sull’IDEM- ex isoalpha).

Le opzioni su azioni e sull’indice FTSE MIB quotate sull’IDEM, hanno scadenze mensili e trimestrali (marzo, giugno, settembre, dicembre). In ciascuna seduta di contrattazione, sono quotate contemporaneamente almeno sei scadenze: le quattro scadenze trimestrali e le due scadenze mensili più vicine.
Per le opzioni su azioni e sull’indice FTSE MIB il giorno di scadenza è il terzo venerdì del mese di scadenza. Le contrattazioni sulle opzioni in scadenza terminano, nel caso di opzioni su azioni, il giovedì immediatamente precedente la scadenza, mentre per le opzioni sull’indice FTSE MIB, contestualmente alla scadenza delle stesse.

(Ore 9:05 del giorno di scadenza. L’orario é suscettibile di modifica su disposizione della Borsa Italiana in caso di grossi casini di mercato… è capitato e capiterà.. ancora ..prima o poi ).

Con riferimento al prezzo di esercizio (strike) le options vengono definite:

  • IN THE MONEY (ITM) – con prezzo di esercizio inferiore (call) o superiore (put) al prezzo di mercato dell’attività finanziaria oggetto del contratto. CALL 22.000 < FTSE MIB 24.000> PUT 26.000
  • AT THE MONEY (ATM) – con prezzo di esercizio coincidente (call e put) con il prezzo di mercato dell’attività finanziaria oggetto del contratto. CALL 24.000 < FTSE MIB 24.000> PUT 24.000
  • OUT OF THE MONEY (OTM) – con prezzo di esercizio superiore (call) o inferiore (put) al prezzo di mercato dell’attività finanziaria oggetto del contratto. CALL 26.000 < FTSE MIB 24.000> PUT 22.000

Seconda caratteristica : Strike o prezzo di esercizio

Un’opzione ha come principale elemento di riferimento lo strike price, (base oppure prezzo di esercizio).
Esso indica il prezzo a cui il compratore, esercitando l’opzione, compra o vende il sottostante, a seconda che abbia acquistato una call o una put.

Esempio con opzioni su azioni perché si capisce intuitivamente meglio il meccanismo:

Acquisto (e pago un premio) una Call su FCA strike 12 (euro) significa che (le opz sulle azioni sono di tipo americano quindi esercitabili sempre anche prima della scadenza dall’acquirente) io ho acquistato il diritto di comprare azioni FCA a 12 euro qualunque sia il prezzo di mercato, quindi anche se FCA arriva a 18 io esercito il diritto appena mi pare opportuno e sempre a 12 euro pago le azioni)

Acquisto (e pago un premio) una Put su FCA strike 10 significa io ho acquistato il diritto a vendere azioni FCA a 10 euro qualunque sia il prezzo di mercato (quindi anche se FCA arriva a 5 io esercito il diritto e sempre 10 euro incasso per azione)

Con le opzioni su indici non c’è consegna del sottostante, la liquidazione avviene per differenza in contanti (rivedere la parte dei future dove si spiega cos’è un future su indici per chiarirsi meglio l’idea)

Per quanto riguarda le opzioni sugli indici, queste sono quotate in punti indice, il moltiplicatore definisce il valore di un punto indice.

In pratica. come nei rispettivi future, ogni punto varia in relazione all’indice:
FTSE MIB (FIB = future ogni punto vale 5 euro, minfib ogni punto = 1 euro. Le opzioni valgono 1 punto=2.5 euro.
EUROSTOXX50 future ed opzioni ogni punto vale 10 euro,
Dax Future = 1 punto =25 euro, minidax =1 punto = 5 euro, 1 punto opzione = 5 euro)
Sembra un po incasinato e lo è …. ma poi ci si abitua e si scopre che queste differenze hanno utilissimi risvolti operativi.
Tralasciamo le opzioni sullo S&P, Dow Jones, Bund, Bobl, Schatz ecc, ecc decisamente per quando saremo moltoooo esperti e pratici..

Esempio il prezzo di un’opzione Call Mibo strike 22.500 é pari a 100, l’acquisto comporta il pagamento di un ammontare pari a 100 x 2.5 = 250 €
Quindi io compro una Call Mibo strike 22.500 che quota 100 punti –quindi pago 250 euro …

Se a scadenza il FTSE MIB sta a 23.000, guadagno 500 punti di differenza = incasso 500 x 2,5 =1.250 euro, guadagno reale sarà uguale a 1,250 – 250 spesi per l’acquisto = 1.000 eurozzi.
Se a scadenza il FTSE MIB sta sotto 23.500 l’opzione scade e non vale più niente.. io perdo SOLO il prezzo di acquisto della opzione.

Ovviamente lo stesso accade per una PUT es. strike 22.500 pagata i soliti 100 punti, se a scadenza l’indice sta a 22.000 c’è una differenza a mio favore di 500 punti quindi tutto il resto dei conti come sopra, se l’indice sta sopra a 23.000 non incasso niente, non devo niente, perdo solo i soldini dell’acquisto del premio.
Ovviamente non è necessario aspettare la scadenza se compro una opzione (europea o americana) e il mercato va nella direzione voluta, la opzione inizia a valere di più (diciamo così per semplicità), la posso sempre vendere quando mi pare..
I MM stanno sul mercato con l’obbligo di garantire (e garantiscono) liquidità al mercato. Comprano da chi vuole vendere o vendono a chi vuole comprare…..

Di contro al diritto dell’acquirente dell’opzione di esercitare la facoltà, per chi vende invece sussiste l’obbligo di soddisfare l’impegno assunto nei tempi e nei modi stabiliti dal contratto.
Es io ho venduto (incassando un premio) call FCA a strike 12 dicembre 2015 significa che il 3 venerdì di dicembre (o anche prima in via teorica perché le opzioni sulle azioni sono di tipo americano) io devo consegnare alla banca tot FCA a 12 euro pure se stanno a 20 …sempre 12 euro mi danno…
Se vendo (incassando un premio i 250 euro di prima) una Call MIBo strike 22.500 scadenza dicembre significa che il 3 venerdì di dicembre (ripeto le opzioni sugli indici sono di tipo europeo quindi non sono mai esercitabili da nessuno se non a scadenza) io sono di fatto impegnato con la banca a consegnare a scadenza la differenza fra il mio strike e il valore dell’Indice (si dice settlement) al momento della scadenza.
Se ho venduto call strike 22.500 e l’indice sta a 21.000 ..perfetto non devo consegnare nulla, incasso il premio (i famosi 250 euro) e mi compro un tacchino per Natale,
Se l’indice chiude a 24.500, passerò un brutto Natale perché io devo dare la differenza da 22.500 a 24.500 ossia 2000 punti ossia 5.000 euro ……
L’opposto in caso di vendita di Put.. ovviamente

In pratica, il rischio che assume il compratore di opzioni é limitato al prezzo pagato per l’opzione stessa, quello che assume il venditore di opzione, invece, è praticamente molto elevato in quanto rischia di subire perdite teoricamente illimitate qualora il mercato si muova in direzione avversa alle sue previsioni.
Ovviamente questo è un rischio potenziale assolutamente vero, però è altrettanto vero che con un po’ di buon senso e conoscenza dello strumento, i rischi possono essere tranquillamente ridotti nella misura voluta
Esempio non è necessario aspettare la scadenza se vendo una opzione (europea o americana) e il mercato va nella direzione opposta, la posso sempre vendere appena mi pare.. posso comprare una opzione di segno opposto posso comprare una opzione dello stesso tipo (Call o Put) più alta o più bassa per ‘bloccare’ la posizione ecc ecc tanto per fare alcuni esempi.

Terza caratteristica : Premio e Pricing o prezzo delle opzioni
Il Premio consiste nell’ammontare pagato, o incassato, per l’acquisto o la vendita di una opzione ossia quanto costa quando la compro o quanto incasso quando la vendo…
Le opzioni costano SEMPRE molto, il loro valore è determinato:

  1.  dallo strike dell’opzione (che è fisso e non varierà mai !!!) e ovviamente dal prezzo di mercato del sottostante (valore dell’indice o dell’azione) Poiché lo strike price è un elemento standard invariabile è logico che all’aumentare del valore del sottostante aumenti il valore di rimborso all’esercizio. In altri termini, se una call, che conferisce il diritto di acquistare a 20.000 il FTSEMIB vale (esempio) 125 punti quando l’indice sale a 21.000. la call avrà un maggior valore – es. 225 punti. Nelle stesse circostanze la put con lo stesso strike perderà di valore. Nel caso in cui il prezzo del sottostante decresca, si osserverà invece una diminuzione nel valore della call ed un apprezzamento della put.
  2. dalla durata residua (tempo che intercorre fino alla scadenza..) più sono a lunga scadenza….. più costano . perché più aumenta la possibilità che scadono itm) quindi il trascorrere del tempo determina una perdita di valore per tutte le opzioni indipendentemente dal fatto che siano in the money o out of the money e che siano call o put. A parità di tutte le altre condizioni, al diminuire dei giorni restanti alla scadenza diminuiscono le probabilità di ottenere un guadagno futuro, e quindi diminuisce il prezzo dell’opzione. Questo fenomeno viene indicato dal termine tecnico “time decay” ed è tanto più evidente per le opzioni at-the-money per le quali la componente “valore del tempo” è massima. Il time decay non è lineare, ma subisce un’accelerazione a poche settimane dalla scadenza.
    (Il ‘’time decay’’ se si opera in opzioni è in realtà un vantaggio !!! anzi un grande vantaggio !!! sebbene possa sembrare un limite, ma ..a differenza di altri strumenti… non lo è: es. in un mercato laterale !!!! (come nel 70 % dei casi -dato statistico!-) il time decay è l’unica variabile sicura che si può sfruttare con adeguate strategie (vedi calendar appresso).
  3. dalla volatilità attesa del mercato (a parità di strike e sottostante, in periodi di bassa volatilità: le opzioni costano di meno, in periodi di alta (come adesso ): le stesse opzioni costano di più perché più aumenta la possibilità che a scadenza arrivino ITM
    Cos’è la volatilità attesa? È la misura della variabilità che ci si aspetta dal sottostante durante la vita della opzione in termini di dimensione e frequenza delle oscillazioni della quotazione del sottostante ed è espressa in percentuale. I movimenti della volatilità influenzano la componente di valore temporale del prezzo di una opzione . Il valore temporale di una opzione è il sovrapprezzo, rispetto al valore intrinseco, che rappresenta la possibilità di ottenere maggior guadagni futuri. Intuitivamente si può capire che quanto più sono ampie e frequenti le variazioni di prezzo del sottostante, tanto maggiore aumenta la possibilità che a scadenza arrivino ITM.
    In altre parole, quanto maggiore è la volatilità attesa del sottostante, tanto più costose saranno le opzioni sul mercato.
    All’aumentare della volatilità attesa aumenta sia il prezzo delle call sia quello delle put. Aumentano i prezzi di entrambe le tipologie in quanto non è noto a priori in che direzione il prezzo del sottostante varierà, ma solo che varierà; ed a valori alti di volatilità sono associate maggiori possibilità che la possibilità che a scadenza arrivino ITM.
  4. dal livello dei tassi di interesse Ogni attività finanziaria ha un costo per l’investitore, legato finanziamento necessario per l’acquisto dell’attività stessa (tale costo si paga sempre ! anche se non ce se ne rende conto!!! è SEMPRE incluso nel prezzo). Per semplicità il tasso di interesse utilizzato per calcolare il costo del finanziamento è uguale al tasso di interesse delle attività finanziarie free risk presenti sul mercato, tipicamente titoli di Stato.
    La relazione fra i tassi di interesse ed il valore di una opzione è diretta per le call e inversa per le put; il prezzo di una call aumenta all’aumentare dei tassi di interesse, quello di una put diminuisce. Se i tassi di interesse sono stabili e relativamente bassi (come in questo periodo), l’impatto di questa variabile sul prezzo è trascurabile, soprattutto perché viene “oscurata” da altre variabili più preponderanti come il prezzo e la volatilità attesa del sottostante e la vita residua.
  5. dei dividendi del sottostante . Le attività sottostanti alle opzioni possono dar luogo ad un rendimento per il loro possessore: sotto forma di cedola o interessi per le obbligazioni, sotto forma di dividendi per le azioni ecce cc.. La relazione tra rendimento dell’attività sottostante e valore dell’opzione è inversa per le call e diretta per le put. All’aumentare del rendimento atteso del sottostante diminuisce il prezzo di una call mentre aumenta quello di un put.

Il modello di calcolo più diffuso per definire il pricing delle options in base ai 5 fattori di mercato sopra detti 1 strike e livello del sottostante, 2 volatilità attesa, 3 tempo residuo alla scadenza, 4tassi di interesse 5dividendi è rappresentato fondamentalmente dalla formula di Black & Sholes, che consente la determinazione del valore congruo di una opzione, sia delle componenti base che lo caratterizzano: il valore intrinseco e quello temporale

Questo modello matematico è praticamente utilizzato in tutti mercati del mondo dei derivati, la formula di Black and Schooles (che vinsero il premio Nobel per la matematica per averla messa a punto è sostanzialmente una equazione di 2 grado a tre incognite che in base alla legge della parity call/put (vedremo dopo, tranquilli niente di preoccupante !!) lega sempre in ogni istante direi con perfezione matematica armoniosa e assoluta (mi immagino che a Xinian piacerà assai ) il prezzo del future, call e put su tutte le scadenze tutti gli strike ecc ecc ……
A questo punto si potrebbe/dovrebbe parlare di distribuzione normale, log normale, gaussiana, mediana, varianza covarianza ecc ecc e di tutta una serie di cose spaventose nonché della famigerate greche per meglio descrivere il comportamento dei pricing delle opzioni. Come ho già detto prima ci sono decine e decine di app per Pc, tablet smartphone ecce cc che permettono di calcolare il valore della opzione ma da un punto di vista pratico TUTTO CIO non è necessario!
Per farsi una idea di come vanno i prezzi basta fare una cosa semplice ! molto semplice ! per verificare in termini pratici quanto detto finora
Andare in qualsiasi momento (dalle 9.30 alle 17.45) sul sito di borsa italiana e aprite la pagina delle opzioni MIBO scaricate , stampate, importate in excel la pagina dei prezzi delle opzioni.
Avremo una fotografia del momento, statica ovviamente ma didatticamente molto istruttiva.
Ovviamente avremo le quotazioni relative al momento X con il valore di indice (esempio 19.000) e le stesse condizioni di volatilità su tutto il campione in esame, notare per le varie scadenze come per gli stessi strike es. 19.000 (vedere sia quelli vicini al valore dell’indice sia quelli lontani), come variano i prezzi relativamente alle varie scadenze… questo è l’effetto temporale !!!
Dopo una oretta o due o tre, fare lo stesso .. notare di come e quanto i valori delle opzioni con un indice diverso sono variati, (se la volatilità non fosse significativamente cambiata …questa si legge sempre sul sito) si ha una congrua idea dell’effetto della variazione del sottostante sui prezzi alle varie scadenze.
Se la volatilità rimanesse (non di questi tempi !!!) abbastanza stabile considerate che se il giorno successivo l’indice fosse a 20.000 (+500 punti) i valori che oggi si leggono per una Call strike 19.500, saranno quelli che domani avranno le Call strike 20.000 !!!! e così per tutte le altre opzioni. In assoluto non è proprio così ma in termini generali e un po’ grossolani quanto ho detto è sufficientemente esatto !
A che serve tutto ciò?

  1. a capire che opzioni call, put e future sono sempre in relazione matematica fra di loro (va bhe questo lo spiego meglio dopo)
  2. che il prezzo delle opzioni non è stabilito a cavolo di cane.. ma in modo matematico rispetto al valore dell’indice.
  3. che le variazioni (es il time decay, es. l’incremento di valore di un call ed il decremento di una put in caso di rialzo) sono sostanzialmente uguali per tutte le opzioni stessa scadenza o scadenze vicine e con strike vicine all’indice … ossia strike 19.500/20.000/20.500. Lo stesso tipo di variazione avranno le opzioni più lontane dall’indice. Le opzioni reagiscono quindi in modo analogo (mettono/perdono) in modo sufficientemente lineare.

In assoluto non è proprio così ma in termini generali e un po’ grossolani quanto ho detto è sufficientemente esatto !
Ulteriore domanda a che serve tutto ciò ?? a tante cose ma anche e soprattutto per stabilire strategie che sono la vera modalità di utilizzare future ed opzioni.

 

La Parità Call-Put

 

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